LA CONFERENZA STAMPA DI OGGI DEL COORDINAMENTO DEI COMITATI DI QUARTIERE DEL MUNICIPIO IV - IL COMUNICATO STAMPA:
UN PROGETTO CHE RIPROPONE LE LOGICHE DELLA DELIBERA BUFALOTTA (DEL. G.C. 218/2007), BOCCIATA DAL MUNICIPIO IV
La conferenza stampa di oggi è stata organizzata dal Coordinamento dei Comitati di quartiere ed associazioni rappresentative della cittadinanza del Municipio IV di Roma in quanto il comune di Roma sta mandando avanti, proprio nel Municipio IV, un progetto fortemente combattuto dalla gran parte dei Comitati di quartiere ed associazioni rappresentative, il prolungamento della Metro B1 da Jonio a Bufalotta, che si vorrebbe finanziare ricavando l’intera cifra necessaria –ben 649 milioni di euro- interamente da cosiddette “valorizzazioni immobiliari”, ossia da nuovi interventi di cementificazione residenziale, che andrebbero a ricadere in un municipio letteralmente travolto negli ultimi anni da oltre 20 milioni di metri cubi di nuova edilizia residenziale, che ne hanno portato quasi al collasso viabilità e vivibilità.
Si tratta di una logica che riprende sostanzialmente gli obiettivi che la precedente Giunta Veltroni aveva tentato di perseguire in questo territorio con l’approvazione della ben nota delibera di Giunta comunale n. 218/2007, anche nota come Delibera Bufalotta.
In data 19 dicembre 2007 infatti proprio il Consiglio del Municipio IV, pur essendo al governo una maggioranza di centro-sinistra, bocciava - con voto trasversale della sinistra e della minoranza di centro-destra- la delibera, fortemente sponsorizzata dalla giunta Veltroni con presenza in loco nei giorni 17-18 addirittura di 3 assessori (Morassut, Minelli, D’Alessandro) a tentare vanamente di convincere i consiglieri municipali della sinistra.
Ricordiamo che questa delibera prevedeva il mutamento di destinazione d’uso, da servizi della Centralità Bufalotta in ulteriore residenziale, di ulteriori 1,5 milioni di mc, ed il suo respingimento ha rappresentato all’epoca una battaglia condivisa con grande partecipazione ed impegno dalla cittadinanza, tanto da giungere ad un voto che è stato considerato l’inizio del crollo del c.d. “Modello Roma”, poi concretizzatosi alle successive elezioni comunali dell’aprile 2008.
Anche in quell’occasione il pretesto per la contestata modifica era stato ricavare risorse proprio per realizzare il suddetto prolungamento della Metro B1 sempre da Jonio a Bufalotta; peccato che nell’occasione i conti proposti dalla celebre trasmissione di Report i Re di Roma avessero segnalato che dalle valorizzazioni si sarebbero potuti ricavare non più di 80 milioni di euro, mentre ne servivano ben 600 per arrrivare alle aree di valorizzazione immobiliare all’epoca ed in parte ancora oggi di proprietà dei gruppi immobiliari Toti-Lamaro e Caltagirone, che dell’evidente forte incremento di valore delle aree avrebbero così potuto giovarsi.
LA RIPRESA DEL PROGETTO DI PROLUNGAMENTO DELLA METRO B1 DA PARTE DELLA GIUNTA ALEMANNO
A partire dal 2010 la Giunta Alemanno, i cui rappresentanti locali allora all’opposizione si erano opposti nel 2007 alla delibera Bufalotta, riprende il progetto di proseguire la metro finanziandola con “valorizzazioni immobiliari”.
L’evidente continuità fra i progetti delle due giunte risulta rivelata dalla presenza in rete su Youtube di un video (link: http://www.youtube.com/watch?v=RhMBlnm1kDc ), che ripropone a confronto dichiarazioni sul prolungamento Metro B1 dell’allora assessore Morassut e dell’attuale sindaco Alemanno, copia conforme la seconda della prima, evidentemente perché desunte da materiale loro fornito, la cui fonte non par fuor di luogo riconoscere nella società Roma-Metropolitane.
Nonostante la ferma contrarietà della gente di questo martoriato Municipio ad ulteriori cementificazioni, e nonostante il voto contrario del Municipio IV alla citata delibera Bufalotta, la giunta Alemanno, con Ordinanza n. 341 del 27 luglio 2010 del Sindaco di Roma - Commissario Delegato per l’Emergenza Traffico (O.P.C.M. n. 3543/2006), ha sostanzialmente riproposto l’intervento, inserendolo nel Piano di Riqualificazione delle strutture viarie e per la mobilità.
Conseguentemente la società Roma Metropolitane s.r.l. ha avviato ad agosto 2010 sia l’iter di V.I.A. presso la Regione Lazio, che l’iter di conferenza di servizi per l’acquisizione dei necessari pareri.
Nonostante che con nota 29 dicembre 2010 prot. 190617 la stessa Regione Lazio-Area Urbanistica e Beni Paesaggistici del Comune di Roma e Progetti Speciali avesse rilevato “la necessità di variante urbanistica”, essendo mutato il tracciato originario dell’opera rispetto a quello inserito nel PRG del 2008, e pur sussistendo varie criticità in ordine a partecipazione e tutela paesaggistica, la stessa Regione rilasciava con nota 07.02.2011 prot. 052606 Giudizio di compatibilità ambientale positivo, accompagnato tuttavia, in considerazione del forte impatto dell’opera, da una lunga serie di prescrizioni e raccomandazioni, da cui si evincono una serie di attività di cantiere che sarebbero negli anni dei lavori estremamente impattanti sulle attività residenziali e socio-economiche esistenti lungo il previsto tracciato nel Municipio IV.
Ciò nonostante né Roma Metropolitane né il comune di Roma risultavano all’epoca aver attivato per l’imponente ed eccezionalmente incidente opera né l’iter di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S., D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., art. 4 e ss.), neanche per escluderne l’applicabilità (art.12), né soprattutto l’iter del Processo Partecipativo obbligatorio ai sensi del “Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana” del comune di Roma, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 57 del 2 marzo 2006.
Anzi il comune di Roma-Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica -Ufficio Unico Espropriazioni, pur non avendo dato corso a questi atti preliminari e fondamentali, completati gli iter di V.I.A. e conferenza di servizi, pubblicava sui principali organi di stampa in data 21 febbraio 2011 avviso di avvio del procedimento per gli espropri connessi (allegato 1).
Ricordiamo che gli espropri costituiscono atto preliminare all’avvio dei lavori, per opera pubblica progettata ed affidata nel rispetto delle norme vigenti, sia dal punto di vista dei lavori stessi (D. Lgs. 163/2006 e ss.mm.ii.) che delle connesse norme urbanistiche,.
Il suddetto iter per gli espropri veniva invece avviato per opera difforme dal vigente PRG, allora ed ancora oggi del tutto priva di fonti di finanziamento, e per cui sono preliminarmente obbligatori avvio e completamento del procedimento di variante al al vigente PRG nelle forme e nei tempi di legge, con fase finale di approvazione, tanto che non è possibile dare inizio ai lavori in assenza di tali requisiti !
In data 8 marzo 2011, ancora una volta senza aver attivato l’obbligatorio suddetto procedimento partecipativo e senza aver completato l’iter di variante al vigente PRG, il comune di Roma provvedeva a pubblicare apposito avviso di avvio del procedimento addirittura di approvazione del progetto preliminare integrato (allegato 2).
L’APERTURA DI UNA PROCEDURA DI VERIFICA SUL PROGETTO DI PROLUNGAMENTO DA PARTE DELL’AUTORITA’ DI VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI (AVCP).
Dalla documentazione del suddetto Progetto Preliminare integrato, ed in particolare dal paragrafo 1.3.3 della Relazione tecnica-illustrativa redatta in data 16 luglio 2010, i Comitati di quartiere del Municipio IV ravvisavano anzitutto la totale aleatorietà delle fonti di finanziamento con cui il comune dichiarava di voler realizzare l’opera.
Vi si dichiarava infatti che “Il processo attuativo di tali interventi si presenta critico, se rapportato a vincoli di bilancio esistenti, ovvero all’oggettiva difficoltà di repertimento di risorse destinabili a finanziare detti programmi realizzativi”, ed inoltre che “questa circostanza induce ad esplorare formule di finanziamento alternative…che possono mettere in circolo anche risorse desunte da specifiche operazioni di valorizzazione del territorio, almeno per quanto riguarda il solo ambito specifico dei nodi di interscambio”, risultandone evidente che risultava avviato l’iter per la realizzazione di un’opera pubblica in assenza di fonti di finanziamento, e dunque in violazione della vigente normativa in materia di opere pubbliche.
Constatate queste tre evidenti e fondamentali carenze del progetto in corso di cocciuto perseguimento da parte del comune di Roma, ossia:
-inadempienza alle norme in materia di partecipazione della cittadinanza;
-non corrispondenza alle norme urbanistiche di riferimento;
-mancanza di finanziamenti;
i Comitati di quartiere Serpentara e Salviamo Talenti unitamente alla Rete Romana di Mutuo Soccorso da un lato, ed il Comitato di quartiere Valmelaina dall’altro presentavano all’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) ben due esposti, rispettivamente in data 18 aprile 2011 (allegato 3), e 30 aprile 2011 (allegato 4), quest’ultimo sottoscritto anche da oltre 2000 cittadini, richiedendo a quell’Autorità l’apertura di una procedura di verifica in merito alle criticità del progetto.
Deve in proposito rilevarsi che l’AVCP, presso la quale risultava ancora pendente una precedente determinazione (n. 1 del 9 marzo 2011) sempre sulla Metro B1, tratto Conca d’Oro- Jonio (allegato 5), decideva in proposito significativamente di aprire una procedura di verifica che è attualmente in corso, del che veniva data comunicazione formale al comune di Roma con nota 4 ottobre 2011 (allegato 6).
L’AVVIO DEL PROCEDIMENTO PARTECIPATIVO (REGOLAMENTO DELIB. C.C. 57/2006)
A seguito di ulteriori richieste e proteste in varie sedi dei Comitati di quartiere, ed avuta notizia dei due esposti e del procedimento in corso presso l’A.V.C.P., il comune di Roma, a cose ormai fatte e decise, ossia:
• DOPO la chiusura in data 8 febbraio 2011 della conferenza di servizi di approvazione del progetto preliminare integrato (Det. Dirig.n. 12 del Direttore Uff. Commis.Delegato Emergenza traffico);
• DOPO che il sindaco aveva a sua volta approvato il progetto con ordinanza 15 luglio 2011 prot. 387 in qualità di Commissario delegato all’Emergenza traffico (allegato 7);
decideva di aprire a settembre 2011 il procedimento partecipativo previsto dalla delibera di Consiglio Comunale n. 57/2006, rendendo infine disponibile, in occasione della riunione partecipativa del 30 settembre 2011 la relativa documentazione progettuale, con quanto ridotte prospettive, possibilità, e disponibilità a modifiche, su richieste della cittadinanza, risulta facile immaginare.
Il Coordinamento dei Comitati di quartiere del Municipio IV, avvalendosi anche di un qualificato gruppo di esperti di rango e provenienza universitaria (Professori C. Cellamare, P. Ercolani, B. Rossi-Doria, A. Tamburrino, Laboratorio di urbanistica Labur), produceva a questo punto sul progetto preliminare integrato un ponderoso documento di osservazioni inviato al comune di Roma in data 30 ottobre 2011, in cui venivano affrontate le principali problematiche urbanistiche, trasportistiche, e finanziarie dell’opera, segnalando numerose, articolate e pesanti criticità a più livelli (allegato 8), documento che veniva inviato anche a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale.
Il comune di Roma a gennaio 2012 pubblicava infine sul suo sito il Documento della Partecipazione specificamente previsto dal Procedimento Partecipativo in corso (citata delibera C.C. 57/2006), e che tale Procedimento dovrebbe chiudere, all’interno del quale alle articolate osservazioni del Coordinamento dei Comitati di quartiere del Municipio IV veniva solo in parte risposto con argomenti convincenti (allegato 9).
Il Coordinamento dei Comitati inviava infine al Comune di Roma in data 31 gennaio 2012 una nota di approfondita replica al sopra evidenziato Documento della Partecipazione (allegato 10), da cui si desumono di seguito quelli che appaiono i principali e drammatici limiti del progetto così come pervicacemente portato avanti dal comune di Roma.
UNA VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEL PROGETTO DI PROLUNGAMENTO:
PROBLEMI FORMALI
L’intero progetto della Metro B1, ed in particolare delle tratte Conca d’Oro-Jonio, e Jonio-Bufalotta, risulta anzitutto affetto da rilevanti irregolarità ed illegittimità, dettagliatamente segnalate dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (deliberazione n. 31/2011), che ha anche aperto in data 4 ottobre 2011 una procedura di verifica sul progetto in esame.
Sarebbe stato ben più corretto formalmente, oltre che segno di rispetto nei confronti della cittadinanza, che il comune di Roma -invece di procedere pervicacemente sulla strada dell’appalto e dell’avvio dei lavori, segnalati come prossimi dall’assessore Aurigemma in una sua intervista a La Repubblica del 18 febbraio 2012- avesse prima chiuso le pendenze della suddetta deliberazione ed avesse poi deciso di attendere il completamento da parte dell’AVCP della procedura di verifica sul progetto che è attualmente in corso.
Considerato inoltre che, per realizzare l’opera come progettata, a modifica del tracciato inserito nel vigente PRG, è necessaria una variante urbanistica al piano stesso, deve segnalarsi che l’avvenuta definizione da parte del comune di Roma del progetto come variante urbanistica adottata con strumento commissariale, risulta illegittimo, in quanto la facoltà del sindaco di Roma, come commissario all’Emergenza Traffico, di derogare alle norme urbanistiche vigenti è relativa SOLO ad opere realizzate al servizio di popolazione, servizi, e attività già insediate (com’era il tracciato originario previsto dal PRG), e non di nuove urbanizzazioni (come sarebbe il nuovo tracciato).
Non è dunque né giustificata ne giustificabile, per la variante urbanistica connessa al progetto in esame, la deroga alla ordinaria legislazione urbanistica, che prevede -tra l’altro- formali procedimenti partecipativi (pubblicazione-osservazioni-controdeduzioni).
LIMITI DEL FINANZIAMENTO IN PROJECT FINANCING
Particolarmente dirompente, anche per i suoi effetti sulla vita quotidiana della popolazione residente nelle aree interessate in futuro dai lavori, appare il meccanismo del finanziamento dell’opera in project financing, ossia con il ricavato delle risorse finanziarie necessarie da valorizzazioni immobiliari, ossia interventi di ulteriore cementificazione del territorio.
Tali interventi risultano insopportabili per la gente di un Municipio, il quarto, che è stata già gravemente colpita negli anni passati da carichi urbanistici pesantissimi (circa 20 milioni di mc di nuovo residenziale), che ha duramente combattuto nel 2007a le logiche molto simili della citata delibera Bufalotta, e che si ritrova oggi nuovamente a dover combattere per difendere condizioni ormai minimali di vivibilità.
Proprio in relazione a questi aspetti appare francamente insopportabile per la cittadinanza che l’informazione in merito agli aspetti economico-finanziari e urbanistici, in particolare alla scelta delle aree su cui effettuare le “valorizzazioni immobiliari”, oltre che del tutto incongruamente demandata ad un organo che dovrebbe restare tecnico quale Roma Metropolitane, sia stata illegittimamente ESCLUSA dal procedimento partecipativo in corso, e rinviata “ad una fase successiva”.
Che le scelte non siano state ancora fatte e/o che non siano ancora disponibili elementi risolutivi per effettuarle, con evidente totale aleatorietà delle necessarie fonti di finanziamento, appare evidente dal fatto che il ricavato dalle sole due aree di valorizzazione immobiliare segnalate in progetto, in adiacenza della Stazione Vigne Nuove lungo via Conti (22 mila mc), e presso la Stazione Mosca a via Bufalotta (circa 100 mila mc), non è in alcun modo sufficiente a coprire il costo di 649 milioni di euro dell’intera opera.
Ma così facendo si negano alla cittadinanza informazioni fondamentali su aspetti strategici dell’opera, ossia sugli ulteriori carichi urbanistici che sarebbero il suo prezzo in aree già duramente gravate, aspetti che non possono essere valutati in un successivo momento decisionale, in quanto appaiono strettamente connessi:
• alla stessa valutazione intrinseca dell’opera stessa e sua fattibilità;
• alla valutazione del suo rapporto costi/benefici;
• ad una valutazione sulle scelte relative a modalità ed aspetti tecnici trasportistici proposti, considerato che a scelte costose quali quelle di una metro pesante corrispondono interventi di valorizzazione immobiliare molto più pesanti.
Sono proprio questi aspetti, che verrebbero ad influire molto pesantemente su vivibilità e viabilità delle aree interessate, su cui viene NEGATA alla cittadinanza ogni informazione, cittadini già gravemente colpiti negli anni passati dai suddetti quasi insopportabili carichi urbanistici, e a cui verrebbe in tal modo sottratta ogni seria possibilità di poter influire su scelte urbanistiche cruciali per il futuro della vita quotidiana loro e dei loro figli, sulla loro vivibilità e sulla vivibilità dei loro quartieri.
COSTI ED UBICAZIONE DELL’OPERA:
Va anzitutto segnalato il costo veramente esagerato dell’opera, che è di circa 153 milioni di Euro al Km, a fronte di costi ben più ridotti sia a Milano che a Torino, mentre per far fronte al suo esercizio il comune di Roma dovrebbe in seguito farsi carico annualmente di ben 87,2 milioni di Euro, necessari secondo gli elaborati progettuali presentati per gestire la nuova linea Metro B1 sino a Bufalotta, onere che appare insostenibile sul breve e a maggior ragione sul medio e lungo periodo.
Appare inoltre incredibile che il comune di Roma voglia realizzare i due prolungamenti della Metro B, Metro B2 da Rebibbia a Casal Monastero, e Metro B1 da Jonio a Bufalotta-Porta di Roma, andando a realizzare i due previsti capolinea in prossimità del G.R.A. a soli km 3,8 l’uno dall’altro, e ciò in un arco complessivo dello stesso G.R.A. di oltre 60 km.
Una scelta del genere, anche in considerazione dell’elevatissimo costo e del fortissimo carico urbanistico che si andrebbe ad imporre su queste aree per finanziare l’opera, non appare giustificabile neanche dal punto di vista trasportistico, perché il prolungamento Metro B1 risulta in realtà quasi parallelo a parte della linea del treno metropolitano FM1 da Fiumicino aereoporto a Passo Corese, e potrebbe essere molto più economicamente realizzato con tramvia leggera.
PROBLEMI TRASPORTISTICI
L’analisi costi-benefici proposta nel progetto preliminare integrato evidenzia per il programma di esercizio della linea B1 prolungata sino a Bufalotta una portata massima di soli 9.330 passeggeri/ora, portata comunque molto ridotta, tanto che, per documentare un qualche qualche beneficio, i progettisti hanno dovuto creare ad arte alcune “fonti di utenza” evidentemente sovradimensionate, come il parcheggio in corrispondenza della stazione Mosca, l’attestamento del TPL proveniente da fuori Roma, e l’attrazione di utenza dal G.R.A., il che dimostra con evidenza la complessiva antiecomicità dell’intervento.
Sempre dalla documentazione fornita dal Comune risulta che la metro B1-tratto Jonio Bufalotta, una volta realizzata per intero all’elevatissimo costo di 649 milioni di euro, porterebbe un beneficio alla città in termini di spostamento modale verso il trasporto pubblico molto ridotto, ossia di solo 1,5%.
Il prolungamento “pesante” della linea Metro B1 pesante che si vuole realizzare appare quindi del tutto ipertrofico rispetto alle esigenze trasportistiche a cui si dichiara di voler con essa far fronte, oltre che insostenibile per il comune di Roma a motivo di oneri per far fronte ai quali sarebbe necessario fare ricorso ad ulteriore indebitamento, salvo ricavarli da ulteriori tagli nel già martoriato bilancio comunale.
MANCANZA DI ALTERNATIVE
Visto l’elevatissimo costo dell’opera ed i carichi urbanistici insopportabili per aree quasi al collasso di viabilità e vivibilità appare veramente incredibile che nel processo partecipativo, evidentemente definito ad esclusivo supporto di un proseguimento dell’opera con le logiche e gli aspetti costruttivi del tratto in corso di costruzione, NON sia stata proposta alla cittadinanza alcuna seria alternativa, alternativa che potrebbe ben consistere nella realizzazione di una linea “tram veloce di superficie” in corsia protetta, di minor impatto, con potenzialità di servizio più capillare, e soprattutto costi di esercizio molto minori.
ATTESTAZIONE DEL CAPOLINEA ALL’INTERNO DEL GRA
Particolarmente incongrua appare l’attestazione del capolinea dell’opera non all’esterno del G.R.A., ove potrebbe più facilmente attrarre il bacino di utenza della popolosa area a nord del Raccordo, ma invece all’interno dello stesso, addirittura in corrispondenza delle aree in corso di valorizzazione immobiliare di proprietà di grandi gruppi immobiliari nell’area di via Carlo Dapporto nei pressi il Porta di Roma, il che finirebbe per mettere in definitiva crisi –con il connesso prevedibile ulteriore aumento del traffico veicolare- l’uscita Bufalotta dello stesso G.R.A.
ASPETTI DI DETTAGLIO
Il Documento della Partecipazione non ha in alcun modo chiarito i fortissimi dubbi inerenti la possibilità del fondamentale Mercato di Valmelaina, mercato di importanza fondamentale per la stessa quotidiana sopravvivenza di importanti fasce di popolazione, di poter continuare la sua attività a cantieri dell’opera aperti.
Tutto ciò premesso
il Coordinamento dei Comitati di quartiere del Municipio IV:
CONSIDERATO che non appare in conclusione possibile che il comune di Roma concluda il processo partecipativo con la semplice presentazione del lacunoso Documento della Partecipazione, in quanto il Documento stesso non risponde a numerose delle osservazioni e rilievi presentati nel merito del progetto, mentre lo stesso procedimento partecipativo in corso ha evidenziato la complessità dell’intervento e la necessità di un ulteriore approfondimento, anche in considerazione del suo elevato costo e delle attuali forti ristrettezze finanziarie del comune;
RICHIEDE PERTANTO:
La conferenza stampa di oggi è stata organizzata dal Coordinamento dei Comitati di quartiere ed associazioni rappresentative della cittadinanza del Municipio IV di Roma in quanto il comune di Roma sta mandando avanti, proprio nel Municipio IV, un progetto fortemente combattuto dalla gran parte dei Comitati di quartiere ed associazioni rappresentative, il prolungamento della Metro B1 da Jonio a Bufalotta, che si vorrebbe finanziare ricavando l’intera cifra necessaria –ben 649 milioni di euro- interamente da cosiddette “valorizzazioni immobiliari”, ossia da nuovi interventi di cementificazione residenziale, che andrebbero a ricadere in un municipio letteralmente travolto negli ultimi anni da oltre 20 milioni di metri cubi di nuova edilizia residenziale, che ne hanno portato quasi al collasso viabilità e vivibilità.
Si tratta di una logica che riprende sostanzialmente gli obiettivi che la precedente Giunta Veltroni aveva tentato di perseguire in questo territorio con l’approvazione della ben nota delibera di Giunta comunale n. 218/2007, anche nota come Delibera Bufalotta.
In data 19 dicembre 2007 infatti proprio il Consiglio del Municipio IV, pur essendo al governo una maggioranza di centro-sinistra, bocciava - con voto trasversale della sinistra e della minoranza di centro-destra- la delibera, fortemente sponsorizzata dalla giunta Veltroni con presenza in loco nei giorni 17-18 addirittura di 3 assessori (Morassut, Minelli, D’Alessandro) a tentare vanamente di convincere i consiglieri municipali della sinistra.
Ricordiamo che questa delibera prevedeva il mutamento di destinazione d’uso, da servizi della Centralità Bufalotta in ulteriore residenziale, di ulteriori 1,5 milioni di mc, ed il suo respingimento ha rappresentato all’epoca una battaglia condivisa con grande partecipazione ed impegno dalla cittadinanza, tanto da giungere ad un voto che è stato considerato l’inizio del crollo del c.d. “Modello Roma”, poi concretizzatosi alle successive elezioni comunali dell’aprile 2008.
Anche in quell’occasione il pretesto per la contestata modifica era stato ricavare risorse proprio per realizzare il suddetto prolungamento della Metro B1 sempre da Jonio a Bufalotta; peccato che nell’occasione i conti proposti dalla celebre trasmissione di Report i Re di Roma avessero segnalato che dalle valorizzazioni si sarebbero potuti ricavare non più di 80 milioni di euro, mentre ne servivano ben 600 per arrrivare alle aree di valorizzazione immobiliare all’epoca ed in parte ancora oggi di proprietà dei gruppi immobiliari Toti-Lamaro e Caltagirone, che dell’evidente forte incremento di valore delle aree avrebbero così potuto giovarsi.
LA RIPRESA DEL PROGETTO DI PROLUNGAMENTO DELLA METRO B1 DA PARTE DELLA GIUNTA ALEMANNO
A partire dal 2010 la Giunta Alemanno, i cui rappresentanti locali allora all’opposizione si erano opposti nel 2007 alla delibera Bufalotta, riprende il progetto di proseguire la metro finanziandola con “valorizzazioni immobiliari”.
L’evidente continuità fra i progetti delle due giunte risulta rivelata dalla presenza in rete su Youtube di un video (link: http://www.youtube.com/watch?v=RhMBlnm1kDc ), che ripropone a confronto dichiarazioni sul prolungamento Metro B1 dell’allora assessore Morassut e dell’attuale sindaco Alemanno, copia conforme la seconda della prima, evidentemente perché desunte da materiale loro fornito, la cui fonte non par fuor di luogo riconoscere nella società Roma-Metropolitane.
Nonostante la ferma contrarietà della gente di questo martoriato Municipio ad ulteriori cementificazioni, e nonostante il voto contrario del Municipio IV alla citata delibera Bufalotta, la giunta Alemanno, con Ordinanza n. 341 del 27 luglio 2010 del Sindaco di Roma - Commissario Delegato per l’Emergenza Traffico (O.P.C.M. n. 3543/2006), ha sostanzialmente riproposto l’intervento, inserendolo nel Piano di Riqualificazione delle strutture viarie e per la mobilità.
Conseguentemente la società Roma Metropolitane s.r.l. ha avviato ad agosto 2010 sia l’iter di V.I.A. presso la Regione Lazio, che l’iter di conferenza di servizi per l’acquisizione dei necessari pareri.
Nonostante che con nota 29 dicembre 2010 prot. 190617 la stessa Regione Lazio-Area Urbanistica e Beni Paesaggistici del Comune di Roma e Progetti Speciali avesse rilevato “la necessità di variante urbanistica”, essendo mutato il tracciato originario dell’opera rispetto a quello inserito nel PRG del 2008, e pur sussistendo varie criticità in ordine a partecipazione e tutela paesaggistica, la stessa Regione rilasciava con nota 07.02.2011 prot. 052606 Giudizio di compatibilità ambientale positivo, accompagnato tuttavia, in considerazione del forte impatto dell’opera, da una lunga serie di prescrizioni e raccomandazioni, da cui si evincono una serie di attività di cantiere che sarebbero negli anni dei lavori estremamente impattanti sulle attività residenziali e socio-economiche esistenti lungo il previsto tracciato nel Municipio IV.
Ciò nonostante né Roma Metropolitane né il comune di Roma risultavano all’epoca aver attivato per l’imponente ed eccezionalmente incidente opera né l’iter di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S., D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., art. 4 e ss.), neanche per escluderne l’applicabilità (art.12), né soprattutto l’iter del Processo Partecipativo obbligatorio ai sensi del “Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana” del comune di Roma, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 57 del 2 marzo 2006.
Anzi il comune di Roma-Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica -Ufficio Unico Espropriazioni, pur non avendo dato corso a questi atti preliminari e fondamentali, completati gli iter di V.I.A. e conferenza di servizi, pubblicava sui principali organi di stampa in data 21 febbraio 2011 avviso di avvio del procedimento per gli espropri connessi (allegato 1).
Ricordiamo che gli espropri costituiscono atto preliminare all’avvio dei lavori, per opera pubblica progettata ed affidata nel rispetto delle norme vigenti, sia dal punto di vista dei lavori stessi (D. Lgs. 163/2006 e ss.mm.ii.) che delle connesse norme urbanistiche,.
Il suddetto iter per gli espropri veniva invece avviato per opera difforme dal vigente PRG, allora ed ancora oggi del tutto priva di fonti di finanziamento, e per cui sono preliminarmente obbligatori avvio e completamento del procedimento di variante al al vigente PRG nelle forme e nei tempi di legge, con fase finale di approvazione, tanto che non è possibile dare inizio ai lavori in assenza di tali requisiti !
In data 8 marzo 2011, ancora una volta senza aver attivato l’obbligatorio suddetto procedimento partecipativo e senza aver completato l’iter di variante al vigente PRG, il comune di Roma provvedeva a pubblicare apposito avviso di avvio del procedimento addirittura di approvazione del progetto preliminare integrato (allegato 2).
L’APERTURA DI UNA PROCEDURA DI VERIFICA SUL PROGETTO DI PROLUNGAMENTO DA PARTE DELL’AUTORITA’ DI VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI (AVCP).
Dalla documentazione del suddetto Progetto Preliminare integrato, ed in particolare dal paragrafo 1.3.3 della Relazione tecnica-illustrativa redatta in data 16 luglio 2010, i Comitati di quartiere del Municipio IV ravvisavano anzitutto la totale aleatorietà delle fonti di finanziamento con cui il comune dichiarava di voler realizzare l’opera.
Vi si dichiarava infatti che “Il processo attuativo di tali interventi si presenta critico, se rapportato a vincoli di bilancio esistenti, ovvero all’oggettiva difficoltà di repertimento di risorse destinabili a finanziare detti programmi realizzativi”, ed inoltre che “questa circostanza induce ad esplorare formule di finanziamento alternative…che possono mettere in circolo anche risorse desunte da specifiche operazioni di valorizzazione del territorio, almeno per quanto riguarda il solo ambito specifico dei nodi di interscambio”, risultandone evidente che risultava avviato l’iter per la realizzazione di un’opera pubblica in assenza di fonti di finanziamento, e dunque in violazione della vigente normativa in materia di opere pubbliche.
Constatate queste tre evidenti e fondamentali carenze del progetto in corso di cocciuto perseguimento da parte del comune di Roma, ossia:
-inadempienza alle norme in materia di partecipazione della cittadinanza;
-non corrispondenza alle norme urbanistiche di riferimento;
-mancanza di finanziamenti;
i Comitati di quartiere Serpentara e Salviamo Talenti unitamente alla Rete Romana di Mutuo Soccorso da un lato, ed il Comitato di quartiere Valmelaina dall’altro presentavano all’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) ben due esposti, rispettivamente in data 18 aprile 2011 (allegato 3), e 30 aprile 2011 (allegato 4), quest’ultimo sottoscritto anche da oltre 2000 cittadini, richiedendo a quell’Autorità l’apertura di una procedura di verifica in merito alle criticità del progetto.
Deve in proposito rilevarsi che l’AVCP, presso la quale risultava ancora pendente una precedente determinazione (n. 1 del 9 marzo 2011) sempre sulla Metro B1, tratto Conca d’Oro- Jonio (allegato 5), decideva in proposito significativamente di aprire una procedura di verifica che è attualmente in corso, del che veniva data comunicazione formale al comune di Roma con nota 4 ottobre 2011 (allegato 6).
L’AVVIO DEL PROCEDIMENTO PARTECIPATIVO (REGOLAMENTO DELIB. C.C. 57/2006)
A seguito di ulteriori richieste e proteste in varie sedi dei Comitati di quartiere, ed avuta notizia dei due esposti e del procedimento in corso presso l’A.V.C.P., il comune di Roma, a cose ormai fatte e decise, ossia:
• DOPO la chiusura in data 8 febbraio 2011 della conferenza di servizi di approvazione del progetto preliminare integrato (Det. Dirig.n. 12 del Direttore Uff. Commis.Delegato Emergenza traffico);
• DOPO che il sindaco aveva a sua volta approvato il progetto con ordinanza 15 luglio 2011 prot. 387 in qualità di Commissario delegato all’Emergenza traffico (allegato 7);
decideva di aprire a settembre 2011 il procedimento partecipativo previsto dalla delibera di Consiglio Comunale n. 57/2006, rendendo infine disponibile, in occasione della riunione partecipativa del 30 settembre 2011 la relativa documentazione progettuale, con quanto ridotte prospettive, possibilità, e disponibilità a modifiche, su richieste della cittadinanza, risulta facile immaginare.
Il Coordinamento dei Comitati di quartiere del Municipio IV, avvalendosi anche di un qualificato gruppo di esperti di rango e provenienza universitaria (Professori C. Cellamare, P. Ercolani, B. Rossi-Doria, A. Tamburrino, Laboratorio di urbanistica Labur), produceva a questo punto sul progetto preliminare integrato un ponderoso documento di osservazioni inviato al comune di Roma in data 30 ottobre 2011, in cui venivano affrontate le principali problematiche urbanistiche, trasportistiche, e finanziarie dell’opera, segnalando numerose, articolate e pesanti criticità a più livelli (allegato 8), documento che veniva inviato anche a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale.
Il comune di Roma a gennaio 2012 pubblicava infine sul suo sito il Documento della Partecipazione specificamente previsto dal Procedimento Partecipativo in corso (citata delibera C.C. 57/2006), e che tale Procedimento dovrebbe chiudere, all’interno del quale alle articolate osservazioni del Coordinamento dei Comitati di quartiere del Municipio IV veniva solo in parte risposto con argomenti convincenti (allegato 9).
Il Coordinamento dei Comitati inviava infine al Comune di Roma in data 31 gennaio 2012 una nota di approfondita replica al sopra evidenziato Documento della Partecipazione (allegato 10), da cui si desumono di seguito quelli che appaiono i principali e drammatici limiti del progetto così come pervicacemente portato avanti dal comune di Roma.
UNA VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEL PROGETTO DI PROLUNGAMENTO:
PROBLEMI FORMALI
L’intero progetto della Metro B1, ed in particolare delle tratte Conca d’Oro-Jonio, e Jonio-Bufalotta, risulta anzitutto affetto da rilevanti irregolarità ed illegittimità, dettagliatamente segnalate dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (deliberazione n. 31/2011), che ha anche aperto in data 4 ottobre 2011 una procedura di verifica sul progetto in esame.
Sarebbe stato ben più corretto formalmente, oltre che segno di rispetto nei confronti della cittadinanza, che il comune di Roma -invece di procedere pervicacemente sulla strada dell’appalto e dell’avvio dei lavori, segnalati come prossimi dall’assessore Aurigemma in una sua intervista a La Repubblica del 18 febbraio 2012- avesse prima chiuso le pendenze della suddetta deliberazione ed avesse poi deciso di attendere il completamento da parte dell’AVCP della procedura di verifica sul progetto che è attualmente in corso.
Considerato inoltre che, per realizzare l’opera come progettata, a modifica del tracciato inserito nel vigente PRG, è necessaria una variante urbanistica al piano stesso, deve segnalarsi che l’avvenuta definizione da parte del comune di Roma del progetto come variante urbanistica adottata con strumento commissariale, risulta illegittimo, in quanto la facoltà del sindaco di Roma, come commissario all’Emergenza Traffico, di derogare alle norme urbanistiche vigenti è relativa SOLO ad opere realizzate al servizio di popolazione, servizi, e attività già insediate (com’era il tracciato originario previsto dal PRG), e non di nuove urbanizzazioni (come sarebbe il nuovo tracciato).
Non è dunque né giustificata ne giustificabile, per la variante urbanistica connessa al progetto in esame, la deroga alla ordinaria legislazione urbanistica, che prevede -tra l’altro- formali procedimenti partecipativi (pubblicazione-osservazioni-controdeduzioni).
LIMITI DEL FINANZIAMENTO IN PROJECT FINANCING
Particolarmente dirompente, anche per i suoi effetti sulla vita quotidiana della popolazione residente nelle aree interessate in futuro dai lavori, appare il meccanismo del finanziamento dell’opera in project financing, ossia con il ricavato delle risorse finanziarie necessarie da valorizzazioni immobiliari, ossia interventi di ulteriore cementificazione del territorio.
Tali interventi risultano insopportabili per la gente di un Municipio, il quarto, che è stata già gravemente colpita negli anni passati da carichi urbanistici pesantissimi (circa 20 milioni di mc di nuovo residenziale), che ha duramente combattuto nel 2007a le logiche molto simili della citata delibera Bufalotta, e che si ritrova oggi nuovamente a dover combattere per difendere condizioni ormai minimali di vivibilità.
Proprio in relazione a questi aspetti appare francamente insopportabile per la cittadinanza che l’informazione in merito agli aspetti economico-finanziari e urbanistici, in particolare alla scelta delle aree su cui effettuare le “valorizzazioni immobiliari”, oltre che del tutto incongruamente demandata ad un organo che dovrebbe restare tecnico quale Roma Metropolitane, sia stata illegittimamente ESCLUSA dal procedimento partecipativo in corso, e rinviata “ad una fase successiva”.
Che le scelte non siano state ancora fatte e/o che non siano ancora disponibili elementi risolutivi per effettuarle, con evidente totale aleatorietà delle necessarie fonti di finanziamento, appare evidente dal fatto che il ricavato dalle sole due aree di valorizzazione immobiliare segnalate in progetto, in adiacenza della Stazione Vigne Nuove lungo via Conti (22 mila mc), e presso la Stazione Mosca a via Bufalotta (circa 100 mila mc), non è in alcun modo sufficiente a coprire il costo di 649 milioni di euro dell’intera opera.
Ma così facendo si negano alla cittadinanza informazioni fondamentali su aspetti strategici dell’opera, ossia sugli ulteriori carichi urbanistici che sarebbero il suo prezzo in aree già duramente gravate, aspetti che non possono essere valutati in un successivo momento decisionale, in quanto appaiono strettamente connessi:
• alla stessa valutazione intrinseca dell’opera stessa e sua fattibilità;
• alla valutazione del suo rapporto costi/benefici;
• ad una valutazione sulle scelte relative a modalità ed aspetti tecnici trasportistici proposti, considerato che a scelte costose quali quelle di una metro pesante corrispondono interventi di valorizzazione immobiliare molto più pesanti.
Sono proprio questi aspetti, che verrebbero ad influire molto pesantemente su vivibilità e viabilità delle aree interessate, su cui viene NEGATA alla cittadinanza ogni informazione, cittadini già gravemente colpiti negli anni passati dai suddetti quasi insopportabili carichi urbanistici, e a cui verrebbe in tal modo sottratta ogni seria possibilità di poter influire su scelte urbanistiche cruciali per il futuro della vita quotidiana loro e dei loro figli, sulla loro vivibilità e sulla vivibilità dei loro quartieri.
COSTI ED UBICAZIONE DELL’OPERA:
Va anzitutto segnalato il costo veramente esagerato dell’opera, che è di circa 153 milioni di Euro al Km, a fronte di costi ben più ridotti sia a Milano che a Torino, mentre per far fronte al suo esercizio il comune di Roma dovrebbe in seguito farsi carico annualmente di ben 87,2 milioni di Euro, necessari secondo gli elaborati progettuali presentati per gestire la nuova linea Metro B1 sino a Bufalotta, onere che appare insostenibile sul breve e a maggior ragione sul medio e lungo periodo.
Appare inoltre incredibile che il comune di Roma voglia realizzare i due prolungamenti della Metro B, Metro B2 da Rebibbia a Casal Monastero, e Metro B1 da Jonio a Bufalotta-Porta di Roma, andando a realizzare i due previsti capolinea in prossimità del G.R.A. a soli km 3,8 l’uno dall’altro, e ciò in un arco complessivo dello stesso G.R.A. di oltre 60 km.
Una scelta del genere, anche in considerazione dell’elevatissimo costo e del fortissimo carico urbanistico che si andrebbe ad imporre su queste aree per finanziare l’opera, non appare giustificabile neanche dal punto di vista trasportistico, perché il prolungamento Metro B1 risulta in realtà quasi parallelo a parte della linea del treno metropolitano FM1 da Fiumicino aereoporto a Passo Corese, e potrebbe essere molto più economicamente realizzato con tramvia leggera.
PROBLEMI TRASPORTISTICI
L’analisi costi-benefici proposta nel progetto preliminare integrato evidenzia per il programma di esercizio della linea B1 prolungata sino a Bufalotta una portata massima di soli 9.330 passeggeri/ora, portata comunque molto ridotta, tanto che, per documentare un qualche qualche beneficio, i progettisti hanno dovuto creare ad arte alcune “fonti di utenza” evidentemente sovradimensionate, come il parcheggio in corrispondenza della stazione Mosca, l’attestamento del TPL proveniente da fuori Roma, e l’attrazione di utenza dal G.R.A., il che dimostra con evidenza la complessiva antiecomicità dell’intervento.
Sempre dalla documentazione fornita dal Comune risulta che la metro B1-tratto Jonio Bufalotta, una volta realizzata per intero all’elevatissimo costo di 649 milioni di euro, porterebbe un beneficio alla città in termini di spostamento modale verso il trasporto pubblico molto ridotto, ossia di solo 1,5%.
Il prolungamento “pesante” della linea Metro B1 pesante che si vuole realizzare appare quindi del tutto ipertrofico rispetto alle esigenze trasportistiche a cui si dichiara di voler con essa far fronte, oltre che insostenibile per il comune di Roma a motivo di oneri per far fronte ai quali sarebbe necessario fare ricorso ad ulteriore indebitamento, salvo ricavarli da ulteriori tagli nel già martoriato bilancio comunale.
MANCANZA DI ALTERNATIVE
Visto l’elevatissimo costo dell’opera ed i carichi urbanistici insopportabili per aree quasi al collasso di viabilità e vivibilità appare veramente incredibile che nel processo partecipativo, evidentemente definito ad esclusivo supporto di un proseguimento dell’opera con le logiche e gli aspetti costruttivi del tratto in corso di costruzione, NON sia stata proposta alla cittadinanza alcuna seria alternativa, alternativa che potrebbe ben consistere nella realizzazione di una linea “tram veloce di superficie” in corsia protetta, di minor impatto, con potenzialità di servizio più capillare, e soprattutto costi di esercizio molto minori.
ATTESTAZIONE DEL CAPOLINEA ALL’INTERNO DEL GRA
Particolarmente incongrua appare l’attestazione del capolinea dell’opera non all’esterno del G.R.A., ove potrebbe più facilmente attrarre il bacino di utenza della popolosa area a nord del Raccordo, ma invece all’interno dello stesso, addirittura in corrispondenza delle aree in corso di valorizzazione immobiliare di proprietà di grandi gruppi immobiliari nell’area di via Carlo Dapporto nei pressi il Porta di Roma, il che finirebbe per mettere in definitiva crisi –con il connesso prevedibile ulteriore aumento del traffico veicolare- l’uscita Bufalotta dello stesso G.R.A.
ASPETTI DI DETTAGLIO
Il Documento della Partecipazione non ha in alcun modo chiarito i fortissimi dubbi inerenti la possibilità del fondamentale Mercato di Valmelaina, mercato di importanza fondamentale per la stessa quotidiana sopravvivenza di importanti fasce di popolazione, di poter continuare la sua attività a cantieri dell’opera aperti.
Tutto ciò premesso
il Coordinamento dei Comitati di quartiere del Municipio IV:
CONSIDERATO che non appare in conclusione possibile che il comune di Roma concluda il processo partecipativo con la semplice presentazione del lacunoso Documento della Partecipazione, in quanto il Documento stesso non risponde a numerose delle osservazioni e rilievi presentati nel merito del progetto, mentre lo stesso procedimento partecipativo in corso ha evidenziato la complessità dell’intervento e la necessità di un ulteriore approfondimento, anche in considerazione del suo elevato costo e delle attuali forti ristrettezze finanziarie del comune;
RICHIEDE PERTANTO:
- che il Comune ritiri subito il Progetto presentato;
- che si apra subito una terza fase di “progettazione partecipata” ai sensi del sopra richiamato art. 9 del succitato, Regolamento della Partecipazione approvato dal Comune di Roma, al fine di procedere ad una più ampia valutazione delle esigenze di mobilità di questa parte della città, e delle possibili alternative a tale scelta progettuale di metropolitana pesante.
FA INOLTRE PRESENTE CHE:
in caso di prosecuzione dell’iter del progetto di prolungamento così come attualmente previsto, nonostante le inequivocabili carenze dei dati trasportistici, urbanistici, ed economici messi in evidenza con le citate Osservazioni del 30 ottobre 2011, ribadite da ultimo con nota del 30 gennaio 2012 in risposta al Documento della Partecipazione, di essere pronti ad agire in tutte le sedi opportune al fine di tutelare e garantire gli interessi della cittadinanza del Municipio IV di Roma, procedendo in particolare a ricorsi formale in tutte le sedi amministrative avverso ogni ulteriore atto e/o passo amministrativo che l’ Amministrazione comunale di Roma intenda portare avanti.
- SI SOTTOLINEA IN CONCLUSIONE CHE IL COORDINAMENTO DEI COMITATI DI QUARTIERE DEL MUNICIPIO IV NON E' CONTRARIO ALLA METRO, CHE SAREBBE BENEDETTA SE VENISSE REALIZZATA CON FONDI PUBBLICI SENZA ULTERIORI CARICHI URBANISTICI !
- MA E' CONTRARIO A QUESTO PROGETTO DI METRO, A COSTI ELEVATISSIMI, 649 MILIONI DI EURO PER MENO DI 4 KM E 3 FERMATE, UN COSTO QUASI DOPPIO RISPETTO AD ALTRI PROGETTI, ED AI SUCCESSIVI FORTISSIMI COSTI DI ESERCIZIO, PER UN'UTENZA -STIMATA DA ROMA-METROPOLITANE IN SOLI 9330 PASSEGGERI ALL'ORA, CHE NON GIUSTIFICA UN PROGETTO COSI' COSTOSO !
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